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Sono 315 storie quasi mai raccontate pubblicamente.

A Francesco Albarelli, mediatore di granaglie di Bibbiano, è bastata una frase come “Il Duce è un lazzarone”, sfuggita nel caffè del paese, per finire nel mirino della polizia fascista ed essere punito con un’ammonizione che comportava un controllo quotidiano per anni. Franco Piccinini, ricercatore storico ed ex bibliotecario alla Panizzi, ne ha trovate 315 di queste storie, relative ad altri uomini e donne dei Comuni della val d’Enza che già dagli anni Venti e Trenta si opponevano alla dittatura di Benito Mussolini. “Ad esempio c’era un operaio di Ciano che lavorava in fabbrica, Pietro Monti, che per aver scritto W Lenin nel gabinetto si beccò qualche mese di punizione, così come Artemisia Bertolini di Montecchio per aver parlato male del fascismo e della guerra di Spagna rischiò il confino. Avendo più di sessant’anni poi gliel’hanno perdonata e in compenso gli hanno dato due anni di ammonizione”.

Poi ci sono le pesanti condanne del Tribunale speciale: sei anni di carcere a Emore Gigli di Cavriago, intagliatore di legno, per appartenenza ad associazione comunista; 20 anni ad Aristide Papazzi, falegname nativo di Ciano, diventato capo del movimento comunista in Friuli Venezia Giulia. “Erano entrati nel mirino della polizia fascista e di quella rete incredibile di spie, di delatori che l’apparato aveva messo assieme per tenere sotto controllo e sorvegliare qualunque tipo di opposizione”.

Il libro è frutto di un lungo lavoro di ricerca al Casellario politico del regime conservato all’Archivio centrale di Stato di Roma.  Si può trovare nelle principali librerie della città, nelle edicole e cartolibrerie di tutti i Comuni della Val d’Enza, Marco Polo di Scandiano e Portico di Rubiera, oltre che su richiesta allo stampatore, TM Edizioni di via Teggi a Reggio.

Massimo Zamboni, musicista di Cccp e Csi e scrittore, sta lavorando ad un’opera multimediale ispirata alle vicende di questi “Sovversivi”. Il Sindaco di Sant'Ilario d'Enza Carlo Perrucchetti, con delega alla Cultura per 'Unione, dichiara: "L'Unione Val d'enza ha patrocinato questa importante pubblicazione perché contribuisce alla ricostruzione storica e alla conservazione della memoria di un periodo determinante per la costruzione della nostra democrazia. Oggi più che mai i valori di rispetto, dignità della persona, solidarietà e libertà devono essere ribaditi, testimoniati e difesi contro ogni forma di violenza, indifferenza e sopraffazione".

Ultimo aggiornamento: 31-05-2023, 14:34