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Il territorio porta tracce visibili di varie epoche ed è ricchissimo di manufatti di rilevanza storica, che è impossibile citare in modo esaustivo. L'itinerario proposto coglie solo alcune delle molte suggestioni della Valle, scendendo da Selvapiana fino alle ville rinascimentali della pianura.
Tempietto del Petrarca (Canossa)
Tra le mete dei viaggi di Francesco Petrarca compaiono le terre matildiche attorno a Canossa. Il poeta era stato ospite a Parma presso Azzo da Correggio e accolse l'invito a recarsi prima nel castello di Guardasone poi a Selvapiana per riposarsi e potere scrivere in pace e armonia con la natura. Qui si dedicò alla composizione del poema Africa.
Il Tempietto è stato costruito tra il 1838 e il 1847 per ricordare questo evento, grazie al contributo Maria Luigia . La dicitura scolpita nel frontone "MDCCCXXXIX PER VISIBILE SEGNO DELL'ONORE DATO A QUESTO LUOGO" fu dettata da Pietro Giordani, il letterato amico di Giacomo Leopardi. Il tempietto è stato oggetto di recenti restauri.
Convento di Montefalcone (San Polo d'Enza)
Rilevante monumento dei primi decenni del XIII secolo, si staglia sullo sfondo delle colline sulla direttrice di San Polo-Quattro Castella. Donato, secondo la tradizione, da Guido di Canossa a S. Francesco, divenne poi collegio dei Nobili (secolo XVII-XIX) e convitto nazionale. L’imponente struttura, ampliata nel XIX secolo, è stata oggetto di un restauro iniziato nel 2001, mai completato.
Rocca (San Polo d'Enza)
Insieme alla Chiesa del Castello e alla Torre dell’Orologio, il Castello di San Polo d’Enza, oggi Rocca, rappresenta il nucleo medievale del paese. La data di fondazione non si conosce con esattezza a causa della mancanza di documentazione ufficiale ma si può supporre che sia stato costruito in un periodo posteriore a quello di fondazione della Pieve di S. Pietro in Caviano (980 d.C.). Dalla sua fondazione il Castello fu di proprietà dei Canossa: l’imperatore Enrico IV nel 1092 vi sostò prima dello scontro con le truppe di Matilde. In seguito il Castello venne conteso fra il Comune di Reggio Emilia, quello di Parma e le famiglie feudali della zona. Tra il 1296 e il 1297 passò in mano ai parmigiani che lo comprarono da Azzolino Canossa in cambio della cittadinanza di Parma e nei successivi secoli si alternarono diverse famiglie signorili . Nel Seicento fu soggetto ad interventi di ristrutturazione che lo trasformarono in dimora signorile. Dal 1796 fu gestito dal Comune di San Polo, diventandone sede. Dopo la Restaurazione, fu restituito alla famiglia Gherardini che lo gestì fino al 1884 quando la comunità sampolese lo riacquistò per 14.000 lire.
All’ingresso della Rocca è possibile ancora vedere il Torrione quattrocentesco che conserva entrambi i portali, quello maggiore per il passaggio dei carri e quello, minore a fianco per i pedoni. Si sono conservate le grandi fenditure nelle quali erano inserite le catene per il recupero del ponte levatoio.
Torrazzo (Bibbiano)
La tradizione locale, non documentata, identifica nel "Torrazzo" ciò che resta di un "Castello di Bibbiano" ricordato nel XI secolo e distrutto dai parmigiani nel 1296. La casa-torre ha subito rimaneggiamenti in varie epoche che non ne hanno tuttavia alterato la struttura. Si possono notare due fasi costruttive distinte. La prima è caratterizzata da una muratura a pietra rasa ad opera incerta con utilizzo di blocchi squadrati in arenaria; sulla diroccatura dei primitivi resti si è sviluppata l'edificazione successiva con impegno del laterizio. Tra gli elementi compositivi rimane un cordolo a diversi motivi, con mattonatura a dente di sega, i posatoi per i colombi a mensola su due filari sovrapposti, due feritoie a doppia strombatura e sguancio attribuibili al XV-XVI secolo, finestre ad arco ribassato e tracce di un portale ad arco tamponato.
Cimitero napoleonico (Cavriago)
E' il più antico tra i quattro cimiteri napoleonici costruiti dopo l’Editto di Saint Cloud (1806) ancora esistenti in Italia, ed è rimasto immutato nel tempo. Realizzato nel 1810, vi si celebrò nel 1888 il primo funerale civile. All’interno il cimitero presenta una serie di opere in marmo, in ferro battuto, in ghisa, che rappresentano un’interessante antologia delle varie correnti artistiche di quegli anni, ai modelli neoclassici, al liberty, alle lapidi in terracotta delle famiglie più povere.
Corte Grande (Cavriago)
Complesso rurale al confine col Comune di Montecchio Emilia, risalente al XV secolo. Il nucleo originario è costituito da una casa-torre collegata ad un secondo volume caratterizzato da un elegante portico tamponato con loggiato superiore nel quale risaltano colonne e capitelli elegantemente scolpiti. Alla corte è annesso un oratorio dedicato a S. Antonio da Padova.
Villa Spalletti (Sant'Ilario d'Enza)
Complesso monumentale situato a Sant'Ilario d'Enza composto da Villa e tenuta, presente nella carta topografica del Ducato Estense nel 1828. La tenuta, ancora oggi di rilevanti dimensioni, si estendeva dai confini dei Comuni di Gattatico e Campegine a quelli di Montecchio, comprendendo numerosi fabbricati rurali. Scarse le notizie storiche relative al complesso. Il nucleo principale è al centro di quattro viali alberati ortogonali; la villa padronale presenta una pianta quadrangolare, sviluppata su tre livelli ed articolata ai vertici di nord-est e nord-ovest a due torri sopraelevate rispetto all'edificio.
Nei campi retrostanti la villa sono stati raccolti frammenti fittili di età romana.
Al fine di preservare l'immagine e l'assetto storico della tenuta, l'Amministrazione comunale ha rinunciato adottato politiche specifiche (esclusione di avvisi pubblicitari sulla viabilità circostante, coltivazioni antiche).
Villa inzani
Corte rurale del tardo Cinquecento, racchiusa da un recinto quadrato in laterizio, con due torrette a base quadrata. Al corpo centrale si affiancano due ali laterali più basse. Alla corte è annesso anche l'oratorio di S. Gaetano fondato nel 1758.
La Commenda (Calerno)
Al confine tra Sant'Ilario e Reggio Emilia si trova questo suggestivo edificio che in epoca medievale era uno xenodochio, luogo di accoglienza per i viaggiatori e pellegrini gestito da religiosi, situato probabilmente vicino ad un ponte su un ramo dell'Enza, al tempo senza argini.
Corte Valle Re (Campegine)
Il complesso architettonico fu edificato sulle rovine del castello medioevale detto della "Montanara", nel luogo dove sgorgano le acque naturali dei fontanili, dichiarato Riserva Naturale dalla Regione Emilia-Romagna nel 1992. Le prime notizie storiche risalgono al secolo XV, sotto il dominio dei signori Da Correggio. Tra i secoli XVII–XVIII, appartenne ad importanti famiglie nobili reggiane, tra cui i Re, famiglia del celebre agronomo Filippo (1763-1817). Sulla vasta tenuta si sono succedute generazioni di mezzadri, dedite alla coltura dei campi, dei cereali, tra cui il riso grazie ai terreni ricchi d’acqua. Ha rappresentato a lungo una comunità autosufficiente con artigiani, casari e mugnai.
Ville del Pantaro (Gattatico)
Complesso di ville risalenti al XVI secolo. Il Pantaro di Sopra, a pianta quadrangolare articolata su due livelli, rappresenta la masseria padronale. Il prospetto rivolto a sud è caratterizzato da un ampio porticato a sei luci e sovrapposto loggiato. Comprende un oratorio dedicato alla Beata Vergine degli Angeli e fabbricati rurali annessi. Il Pantaro di Sotto, costruito come edificio secondario, divenne nel Settecento la corte frequentatissima di Annetta Malaspina con il nome di "Isola del piacere". L'aspetto architettonico riconduce alle dimore di campagna del Cinquecento, con impianto tetragono, zoccolo a scarpa e marcapiano, torre di guardia centrale e garritte pensili angolari, doppia scala esterna e grande portale. Il vastissimo salone centrale è decorato da affreschi.
Villa Carmi (Gattatico)
In località Fiesso si trova questa elegante costruzione merlata del XVII sec. contornata da un alto muro in cotto e fiancheggiata su un lato da un maestoso viale di platani.
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Ultimo aggiornamento: 21-06-2023, 07:40